Corale Polifonica

ALIO MODO Canticum

 

La pasquella

In Romagna si perpetua la tradizione della Pasquella (Epifania in romagnolo).

Questa ricorrenza ha origini molto lontane. Secondo una raccolta di saggi sul

fenomeno pubblicata dalla casa editrice Longo di Ravenna, questa modalitˆ

tutta romagnola affonda le sue radici direttamente nelle usanze e nei costumi

dei popoli che abitavano questa zona giˆ prima dell'avvento del Cristianesimo.

A quanto pare concludeva un periodo di feste della durata di circa dodici giorni

che quindi andava dal 25 di Dicembre al 6 Gennaio. Le premesse fanno tutte

pensare che sia di retaggio celtico. Innanzitutto era dedicata alla celebrazione

della ciclicitˆ della natura, e poi era un periodo magico (i Celti erano affascinati

dalla magia) in cui i morti tornavano tra i vivi per comunicare con loro e portare doni.

Come i defunti tornavano dai vivi, a distanza di secoli i Pasqualotti vanno a bussare

alle porte delle case chiedendo di entrare. Un'antica rima da loro intonata fa cos“:

Sgn˜r padr˜n arv“ la porta/ che qua fora u j  la morta. é d'obbligo ospitarli e dar

loro da mangiare e bere, possibilmente vino, in abbondanza. Il Pasqualotto ,

salvo rare eccezioni, bon magnad˜r e bon bevid˜r, pertanto l'invasione di venti

Pasqualotti cantanti e festanti potrebbe comportare simpaticamente un grave danno

al frigorifero ed alla cantina. Un consiglio: non offrite loro panettoni, dolci e bibite.

La loro "benzina"  il Sangiovese (vino tipico romagnolo), e apprezzano

infinitamente il pane con il salame ed il prosciutto, ed i cappelletti.

Ad ogni modo essi se lo guadagnano: prima di entrare intonano diverse strofe

ed anche una volta ospitati continuano i loro canti. Dopo la Pasquella vera

e propria infatti iniziano con il repertorio di stornelli cadenzati in lingua romagnola.

Ogni loro uscita dura diverse decine di minuti e prima di andarsene rinnovano

l'appuntamento per l'anno seguente.

 

    

 

     

 


(testo Pasqula tradizionale di Bruch“n)

Sgn˜r padr˜n arv“ la porta

che ad f˜ra uiŽ la m˜rta

e lŽ dŽntra uiĠŽ lĠallegria

viva Pasqua Epifania!

Siamo qua da voi signori

pace in terra dentro e fuori,

vi portiamo la novella

che domani Ž la Pasquella!

La Pasqula la ven i sia

tot al fsti la porta via

e salam e la murtadla

viva viva la Pasqula

Non vogliamo disturbare

siam venuti per cantare

dopo il canto andiamo via

buona Pasqua Epifania

Non pi odi nŽ rancori,

fratellanza e in alto i cuori.

Sia la pace e lĠarmonia

buona Pasqua Epifania!

I Re Magi dallĠOriente

son passati allĠOccidente,

troveran la loro stella?

viva viva la Pasquella!

Tutto il mondo si compiace

e invocando grida pace,

una pace che affratella

Dio vi dia buona Pasquella!

In questa casa cĠŽ una sposa

bianca e rossa come una rosa

risplendente come una stella

viva-viva la Pasquella!

Abbiam fatto questo spasso

per cantare e far del chiasso,

per portarvi lĠallegria

buona Pasqua Epifania!

Non farete complimenti

di un maiale siam contenti,

ne farŽm la mortadella

e poi viva la Pasquella!

Terminiamo i nostri canti,

ringraziamo tutti quanti

della vostra cortesia

buona Pasqua Epifania!

Perdonate voi Signori,

salutiamo e andiamo fuori,

vita lunga e vita bella,

viva-viva la Pasquella!


 

 

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